Da qualche tempo Company Blu danza sta lavorando su La Tempesta di Shakespeare, e questo lavoro ha portato alla realizzazione di due studi, La favola di Prospero (andato in scena durante la scorsa stagione al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino) e L'arte di Ariele (andato in scena a Roma nell'ambito delle manifestazioni dell'estate 1999); l'idea del progetto si è sviluppata innanzi tutto da una necessità artistica, approfondire il senso narrativo della nostra coreografia.
In molte occasioni Company Blu si è infatti misurata con spettacoli a soggetto (basti pensare al primo lavoro della compagnia Verso la madre del turco, in coproduzione con il Rotterdam Festival, o al Don Chisciotte, in coproduzione con Armunia - Festival di Castiglioncello), nei quali le composizioni musicali e la componente di improvvisazione venivano affidate a musicisti dell'area del nuovo jazz quali A. Salis, T. Honsinger, M. Moore, T. Kondo, A. Maguire. Parallelamente a queste esperienze, ha cominciato a farsi sentire l'esigenza di attribuire al nostro lavoro uno specifico senso del gesto, e di confrontare il linguaggio coreografico con una linea drammaturgica ben definita, in modo da ricercare le possibilità di trasposizione di concetti e modi teatrali in questo linguaggio, e creare così un continuum drammaturgico stimolando vari livelli di percezione. Realizzare una coreografia è innanzi tutto per noi creare un sistema di relazioni per poter così dialogare, per comunicare ad un livello "altro".
Per TEMPESTA DI SOGNI eravamo alla ricerca di una componente musicale che accompagnasse l'aspetto narrativo del lavoro, ma che allo stesso tempo contribuisse a far emergere quell'elemento leggero e curiosamente ironico che è solitamente presente nelle nostre coreografie.
Il buon esito dell'esperienza dello scorso luglio in piazza del Duomo a Pistoia con gli Avion Travel in occasione della serata AVIONDANCE (ideata e curata da Vittoria Ottolenghi per il Progetto Toscanadanza), ci ha confermato e convinto a portare avanti questa nuova linea di lavoro. La ricerca di musicisti interessati a comporre anche al di fuori dello schema della canzone, ci ha inevitabilmente messo in contatto con la realtà produttiva musicale più attiva della toscana, il Consorzio Produttori Indipendenti, intorno alla quale gravitano alcuni dei musicisti più interessanti del panorama musicale italiano. Tra questi abbiamo avviato un contatto con Marco Parente, cantautore che, dopo aver collaborato con i CSI e Andrea Chimenti, ha realizzato due dischi come solista ottenendo ottimi riconoscimenti da pubblico e critica. Quello che abbiamo realizzando, è una messa in scena dove l'elemento musicale e coreografico si alimentano a vicenda fino a fondersi; per questo riteniamo essenziale il contributo di una compagine musicale capace non solo di eseguire le composizioni, ma anche di interagire all'interno dello spettacolo e di rappresentare un vero e proprio elemento scenico. L'allestimento completo ha previsto la presenza in scena di cinque danzatori unita a quella dei musicisti (un quartetto composto da Marco Parente - voce/chitarra accustica - basso, chitarra elettrica e batteria).
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