Arrivo circa alle 22:00, poco male tanto sono in compagnia, sono riuscito a convincere
anche la Desi: "Mi ringrazierai", le ho detto. Mente si aspetta che le persone comincino
ad essere un numero accettabile per far iniziare il concerto, incontro Matteo
(il cantante dei Pandora, NdA) con il quale si parla un po' della scena italiana
(come sempre).
Alle 23:15 i presenti superano abbondantemente i 300: si può iniziare. Parente entra
dopo i componenti della banda (5 in tutto) sul palco nel quale fanno bella mostra
di sé alcune gigantografie di palazzi, simili a quelli sulla copertina del suo ultimo
Testa, di cuore.
Il concerto parte alla grande con Cuore distillato, si procede con L'ultima cena e già si
nota l'ottima forma dei musicisti. Al terzo pezzo, Karma Parente, però si nota anche la
pessima forma in cui versa l'impianto del locale: il basso sovrasta tutti gli altri strumenti
e per quanto si sforzi, Parente non riesce a far sentire la sua (splendida) voce
come (si) vorrebbe. A questo punto tento una contromossa tattica e dalla seconda fila
mi porto nelle retrovie: qua il suono è decisamente migliore ma è il pubblico che
lascia a desiderare, sgradevole vero, ma una volta che ci si concentra sulla musica...
Il concerto procede senza altri intoppi. Accompagnato splendidamente dai suoi musicisti,
Marco dà il meglio di sè quando duetta con i due archi e si lancia in sfrenate
danze da marionetta, trascinando i non molti accorsi nei suoi deliri musicali.
Unici appunti: troppo poche le canzoni dal nuovo album, forse perché ancora devono
essere messe a punto per la dimensione live.
Senza la Donà Parente si accolla tutte e due le voci di Senza voltarsi, ma la resa
del capolavoro (ma si...) non è quella del disco. Meglio, molto meglio vanno Eri, Falso
Movimento, ma soprattutto I fuochi di fine millennio e Buone prestazioni (quest' ultima
con 2 minuti finali di autentica follia), non a caso canzoni dal primo album.
Concludendo, spiace dover dire che ancora una volta il Tenax si è rivelato
inadatto ad ospitare eventi dal vivo. Peccato perché è uno dei pochi posti a Firenze nel quale è possibile gustarsi all'opera un autentico genio come Marco Parente.
P.S. Alla fine la Desi mi ha ringraziato.
Simone Civai
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