La sensazione, alla fine, e' quella che ti prende di fronte a una conferma:
quella leggera rilassatezza che accompagna le poche sicurezze che hai nella
vita. E' il poter dire senza esitazioni: ero sicuro che ne sarebbe valsa la
pena, di imbarcarsi in un'ora e piu' di viaggio persi nel buio pesto dei
colli fiorentini in una notte di fine inverno.
Si', perche' il posto e' veramente sperduto: potresti dire Montespertoli,
potresti dire CastelFiorentino, e sbaglieresti comunque. Infatti sta piu' o
meno esattamente nel mezzo, quella che un tempo -forse- era una vecchia casa
in mezzo agli ulivi, ed adesso e' un pub; sempre -rigorosamente- in mezzo
agli ulivi.
Cosi' l'ambiente e' inevitabilmente accogliente e intimo, la tessera costa
relativamente poco ed il programma dei concerti a venire si rivela -possiamo
dire- di qualita'.
Il tempo di vedere l'esibizione di due gruppi emergenti per un contest
locale passa in fretta, e in un attimo e' subito mezzanotte, ovvero l'ora di
inizio del concerto di Marco.
Gli spettatori non sono tantissimi (anche in considerazione del fatto che il
locale e' effettivamente piccolo), ma l'atmosfera e' gradevole, gli applausi
sinceri e la sensazione di affiatamento -sul palco- quella di sempre.
La formazione e' ampliata rispetto ad altre volte: oltre al classico
"quartetto rock" (chitarra, basso, batteria e voce) ci sono anche i due
fiati che lo hanno accompagnato nello spettacolo Il Pesce ha Parlato.
Tra noi e i musicisti c'e' qualcosa come un metro, non di piu', e possiamo
leggere direttamente la scaletta abbozzata su un foglietto, per terra.
Scaletta che si snoda tra vecchie e nuove canzoni: si parte con Anima
Gemella, che inizia sussurrate ed esplode nel finale, seguita da Karma
Parente e poi (in ordine sparso) Farfalla
Pensante, Succhiatori, W il
Mondo, Il Fascino del Perdente,
Lamiarivoluzione,
Testa, Di' Cuore, Come un Coltello,
Scolpisci Guerra e altro.
Quasi un'ora e mezza di musica interrotta solo dal classico "Come va? Vi
state divertendo?.. NOI si'.". Ed e' vero.
Quasi un'ora e mezza di musica ininterotta in cui i ragazzi sul palco si
alternano ai vari strumenti (da polistrumentisti quali sono), in cui capita
che Gionni dall'Orto si permetta di suonare -in mancanza di plettri- il
basso con una scheda telefonica della Telecom, in cui gli altri ragazzi
(quelli giu' dal palco), ascoltano e apprezzano.
Il tutto -come sempre- condito dalla simpatica presenza ai suoni di un Marco
Tagliola in serata di particolare grazia.
Live dal Live al Mulligans', 07 Marzo 2003
di Simone Fiorucci
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