Casa 139 [Acusticamente]
Milano 27 Marzo 2003

Pensavo di trovare molte più persone nel "La Casa 139", invece, giunto lì, c'erano solo 4 o 5 minuti di coda di gente che doveva dapprima iscriversi al circolo ARCI. La prima volta che avevo visto Marco Parente è stato al Leoncavallo, ma l'acustica di quel luogo barbaro aveva fatto sì da non colpirmi più di tanto, nonostante sapessi quanto valesse l'artista in questione. Sono poi tornato a vederlo per uno showcase alla Feltrinelli (grazie a Cristina..), ed è stato lì, accompagnato dal solo Enrico Gabrielli e un mago dell'elaborazione sonora analogico-digitale al mixer (Marco Tagliola), che la sua musica mi ha colto nel segno. Quello del 17 gennaio era stato più che altro un minishow contaminato a lungo dall'elettronica, ed era questa l'idea che avevo di Marco Parente in veste live.

La Casa 139 è un locale molto intimo, il contatto con l'artista è estremamente diretto. Così, con oltre un'ora di ritardo, la band sale sul palco. Marco attacca canticchiando sulle nostre facce Anima gemella.

Con un passo indietro si avvicina al microfono. L'intensità della canzone cresce con lo spuntare sulla scena dei vari strumenti. Stacco di batteria e una potenza di strumenti distorti finisce per avvolgere inaspettatamente le orecchie di noi spettatori. Si sarebbe trattato quindi di uno show a metà strada fra l'acustico e l'elettrico, e infatti Parente lo aveva preannunciato.

Il concerto continua con versioni di Karma Parente, Il fascino del perdente più intense rispetto a quelle incise su disco, forti delle collaborazioni di Marco con Paolo Benvegnù e di Stefano Bollani con Il mare si è fermato, che diventa uno dei momenti più toccanti di tutta la serata. Influenze dei più svariati generi musicali si intrecciano con arrangiamenti raffinati misti tra fiati (il vero punto di forza dello spettacolo presentato dal cantautore), chitarre pizzicate, bacchette suonate su microfoni, corde e rullanti (Fuck (he)art & let's dance), mani battute violentemente sui tasti di un pianoforte, dando così sfogo all'improvvisazione più disparata, carica di dissonanze, arpeggi, rumori (Scolpisciguerra, Proiettilibuoni, Come un coltello). La sezione acustica riprende con Lamiarivoluzione, acclamata da un compiacente applauso di tutto il pubblico, W il mondo (Radiourlo), rincorrendo infine il bis con una splendida performance di Succhiatori e l'ultimo insolito singolo Davvero Trasparente.

Un concerto davvero carico di emozioni, accompagnato da un fruscio di qualche apparecchio presente nella sala, dal rumore di bicchieri e calici del bar posto accanto al palco, che tanto mi riporta (concedetemelo) al Sin-é del Jeff Buckley degli esordi. Una band molto affiatata (una prima chitarra poco presente, a dire il vero) e un leader in piena forma che si svela a volte come un vero animatore, lanciandosi in balletti, battutine e imitazioni di gabbiani sul mare.

A dispetto di tutti coloro che inseguono ancora della buona musica all'estero. La "M"usica italiana c'è e si sente. E come si sente. URLA.

Live dal Live alla Casa 139, 27 Marzo 2003

di Luigi Lonoce

E mezzo illuso E mezzo no Spacco in due ...La mia testa di ananas ...A pensieri duri