Una serata decisamente umida di quest’inizio autunno ha visto sul palco del
non stop music festival Cesare Basile, Brychan e Marco Parente.
A dare inzio alle danze è stato il siciliano Basile, che insieme alla sua band
ha proposto per la maggior parte brani degli ultimi 2 dischi ("Gran calavera elettrica" e
lo stupendo "Closet meraviglia"). Che dire, se non che a parere del sottoscritto
Basile è forse in questo paese l’esponente più alto di uno scrivere oscuro
e affascinante, l’umbratile figura del nostro domina la scena con un
savoir faire che certe volte mi ricorda Fossati; mi riferisco a quel modo
spontaneo di snocciolare parole pesanti come macigni e di sbagliare poco,
di scegliere dal mazzo sempre l’aggettivo giusto, la metafora più azzeccata.
I musicisti che lo seguono cuciono attorno alla potenza di quelle frasi il
vestito migliore anche quando si tratta di rileggere in chiave del tutto personale
"Black eyed dog" di Nick Drake (difficile staccare gli occhi dalle evoluzioni
di Marcello Sorge alla batteria).
Finita la magia ecco arrivare Brychan... che dire... ascoltata una canzone, ascoltate tutte. Il
ragazzo ha una simpatia fuori dal comune, il suo italiano improbabile fa davvero
sorridere, questo è indubbio, ma è altrettanto indubbio che scopro che
la birra doppio malto del vicino pub è ottima proprio durante il suo set.
Il tempo di pagare il conto ed ecco che Marco Parente e la sua band si impadroniscono
del palco e silenziosamente, quatti quatti, portano con se una classe maestosa;
una presenza dolce e allo stesso tempo irruenta. Anche qui la chiave
semiacustica del concerto regala sfumature davvero interessanti, un batterista
intelligentissimo che usa come percussioni i flight-case dei tamburi, un suonatore
di clarinosassofonoglockenspieltastiere (a volte contemporaneamente). Insomma
si potrebbe pensare che tutti questi colpi di teatro e questi strumentisti atipici
siano li solo per far scena, invece lo spettacolo funziona alla perfezione e
tutto è studiato, tutto ha senso.
Che dire, alla fine io e la mia micra ce ne andiamo e scompariamo come siamo venuti
nella brughiera del nordest felici di aver assistito, un po’ inaspettatamente, a
una serata davvero notevole.
di Massimiliano "mx" Bredariol (da Rockit)
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