Cuore Distillato
Il Cantiere (Roma), 14-01-05

15/01/05 ore 00:05

Sono appena uscito da "Il Cantiere", centro sociale di Monterotondo (RM). Mi ci è voluto un po' di tempo per trovarlo, devo dire, ma alla fine ce l'ho fatta. Un locale piuttosto piccolo, ma accogliente. Uno di quei luoghi dove si respira un'atmosfera amichevole, intima.

Qui, in questa serata volata così in fretta, si sono esibiti Marco Parente e Antonio Bertoli in un atto poetico che prende il nome da una delle più belle (a mio modesto parere, si intende) canzoni di Marco: Cuore Distillato.

Nel complesso lo spettacolo è stato davvero bello, emozionante.. anche se con qualche minuscola imperfezione. Componimenti recitati da Bertoli, come "Blind/Cieco", "Je m'accuse", "Serpente", "L'attuale jungla" e "No Time", alternati a canzoni di e cantate da Marco. Tra queste il bellissimo dialogo "Dì", un botta-e-risposta tra i due artisti, "Cuore Distillato" (poteva mancare?), una versione di "Succhiatori" un pochino scarna (la preferisco con la band, sinceramente), una commovente (e allungata nel finale) "Derivanti" e la bellissima "Lamiarivoluzione".. è sempre un piacere ascoltarla. Chiude il tutto un altro bellissimo componimento ("Canzone d'amore" di Lawrence Ferlinghetti) recitato da Bertoli, in inglese, e Parente, in italiano.

L'atto è concluso. Escono di scena. Li incitiamo ad uscire per un bis battendo le mani. Ed ecco che tornano sul palco. "Ma non abbiamo mica i bis, noi!" dice Bertoli ridendo. Si mettono a cercare tra i vari fogli qualcosa da improvvisare. "Questo è un componimento che abbiamo scritto con un nostro amico, Zanichelli. Si chiama Autoritratto. Ci fermiamo alla a, però, perché è davvero lungo..", aggiunge Marco. Iniziano così a leggerlo. "Sono un .." seguito da tutte le parole che iniziano per a del vocabolario. Ridono, si divertono. E noi con loro. Dopo un po', però, si stufano. Bertoli esce, Parente alla chitarra. Mentre pensa a cosa suonare/cantare, suggerisco "Come un coltello". "Oh, una richiesta.", dice. "Mi ha sentito", penso tra me e me, quando partono le prime note. E' lei. "Come un coltello". Sento dei brividi sulla schiena. E' magnifica dal vivo. Nel finale ha dimenticato qualche parola.. così l'ha variata. Bella lo stesso. "Vediamo come me la cavo con le parole degli altri.." Attacca, così, "Michelangelo Antonioni". I miei desideri si esaudiscono. E' davvero emozionante questa sua versione della canzone di Caetano Veloso.

Mi piace farmi cullare dalla sua voce, dalla sua musica. Mette la chitarra a posto mentre io torno alla realtà. Se ne va di nuovo. La gente inizia ad alzarsi quando un ragazzo del pubblico ci incita a battere le mani per farli uscire per l'ultimo bis. E infatti tornano sul palco. Bertoli chiede l'ora. "Mezzanotte meno un quarto", rispondiamo. "Le 11 e 45. Le 23 e 45, quindi." Ci improvvisano il TG delle 23:45, appunto. Ma prima di iniziare Parente dice a Bertoli di tapparsi le orecchie. Poi rivolto al pubblico: "Quando faccio così.." (ci fa vedere il gesto delle mani che contano) "al mio 4 gli urlate LI-MO-NA-ROOO". Noi scoppiamo a ridere. Inizia, così, il TG letto da Bertoli e accompagnato da Parente. Alla fine Marco conta fino a 4. LI-MO-NA-ROOO. Tra le risate, lo spettacolo finisce.

Davvero, stavolta. Alcuni vanno via, altri chiacchierano. Io aspetto Marco. Esco poco dopo. Lo fermo per un autografo. Lui mi guarda le mani e vede che ho due copie del testo dello spettacolo. "Addirittura due", dice sorridendo. Gli dico (o penso tra me e me?) che la seconda copia è per un'amica. Mentre firma il primo, gli faccio i complimenti per lo spettacolo. "Grazie.. ti è piaciuto?" "Si, molto!" Silenzio. "Ho letto in un'intervista che stai lavorando al nuovo album.." mi interrompe: "Sìì, e sono a buon punto. Le registrazioni dovrebbero finire nei prossimi due mesi.. ma uscirà a settembre.. preceduto da un singolo prima dell'estate.." felice per la splendida notizia, gli dico anche che sarebbe bello avere una versione studio di Michelangelo Antonioni. Lui risponde dicendo che ci ha pensato anche lui e che vorrebbe metterla come inedito in un singolo. "Ne vale sicuramente la pena.", aggiungo. Non voglio disturbarlo oltre, quindi gli chiedo un'ultima cosa. "Si sa niente di una futura ristampa di Eppur non basta?" Dice che è appena uscita quella di Testa, dì cuore ("Si, infatti l'ho presa..", rispondo) e mi spiega che i diritti sono ancora della Virgin perché l'album è uscito con la defunta Sonica e che, quindi, visto che lui ora è alla Mescal ci sono un po' di problemi legali/burocratici.. ma mi assicura che ci sarà, prima o poi. "Pazienterò!", concludo. Sorridiamo. Lo ringrazio per la serata e per la disponibilità e lo saluto dandogli la mano.

Con un sorriso da ebete stampato sul viso, mi dirigo verso la macchina dove i miei genitori stanno morendo di freddo da qualche ora. Salgo in macchina ed inizio a scrivere quello che state leggendo in questo momento. Non è niente di particolare, lo so. Non sono uno scrittore. Ho solo provato a mettere nero su bianco quello che ho vissuto e provato in questa splendida serata. Non è facile. Spero che almeno un decimo di quello che ho provato trasparisca dalle mie parole.

Perché..

Il cuore è come una spugna a forma di cuore: assorbe tutto, tutto il cuore.
Anche spettacoli unici come questo.

Grazie. Grazie Marco per essere l'Artista (eclettico) che sei. Continua così.

Cuore Distillato
Live dal Live al Cantiere (Roma), 14 Gennaio 2005

Matteo Venditti

Abbiamo tutti all'altezza del pensiero... tra la spina e il cuore ...un prurito insistente