29/07/2004, Castello Medioevale @ Guardia Sanframondi (Bn)
Un borgo medioevale, dove l`ospitalità va a braccetto con la musica
Devi arrivare al contatto fisico per comprendere il Six Day Sonic Madness in ogni piccolo particolare. Non solo quello con la musica, scontato vista la qualità proposta negli anni dalla manifestazione, ma con luogo e organizzatori. Dalla (più o meno) profonda Campania si entra in una dimensione particolare, dove i concerti culleranno la vallata, una rocca farà da chioccia ed una strana sensazione di complicità non ti abbandonerà mai.
29/07/04
Non è così facile trovare Guardia Sanframondi. Almeno non è stato facile per noi. Sbagliata l’uscita autostradale è iniziato un curioso viaggio nell’entroterra di Benevento. La soluzione al problema è stato il cellulare quasi scarico. San Aurelio Pasini dal Mucchio Selvaggio, giunto a destinazione senza apparenti problemi, con brevi frasi è riuscito a indicare le giuste coordinate. In ritardo sulla tabella di marcia, ma in anticipo sulla cena, io e la mia paziente ragazza (costretta ogni anno a girare l’Italia per festival) arriviamo. L’accoglienza è calorosa. Sbrigati i convenevoli, trovato l’albergo definitivo e soddisfatti i bisogni di corpo e mente (si consigliano vino bianco più svariate portate) la stampa musicale si dirige senza alcun timore verso la zona concerti. Iniziamo la scalinata. E’ dura, ma dopo anni di Frequenze Disturbate ad Urbino le gambe sono allenate. Seguiamo con convinzione la nostra guida stradale, Andrea PL2 Girolami e Carlo Crudele di Music Boom, già conoscitori di queste vie. Col respiro ancora dignitoso superiamo la zona fumetti, le mostre fotografiche e il reparto “corti” (in teoria c’era anche un gradevole ambiente birra, ma gli esperti mi hanno tranquillizzato assicurandomi che ne avrei trovato uno anche più avanti). Ultimi gradini e siamo sul posto. Uno spazio, circondato da mura. Un palco, in un fortezza medioevale. Cosa chiedere di più? Nulla, considerata la temperatura accettabile, le bevande abbondanti, la compagnia ottima ed il pubblico giusto. Breve perlustrazione per curiosare fra la gente ed iniziano i concerti.
Partono i Mersenne, bolognesi e, presumiamo, amanti dei numeri primi (ricordi scolastici: non c’era un certo Marin Mersenne?). Discreto impatto live, con un’attitudine indie in bella mostra pronta a virare verso territori maggiormente nevrotici e schizzati. Da rivedere, ma le impressioni sono state positive. A seguire birra (col passare del tempo si ritornerà al vino bianco locale) e Valderrama 5. Conosciuti durante la selezione del Neapolis Festival: in quell’occasione due brani soltanto, con un’impostazione scazzata abbastanza attraente. Dal vivo sono in tanti ed il suono ne risente: troppo dispersivi, pur con una abilità di coinvolgimento non indifferente. L’abbigliamento del cantante era un mix fra Giulio Cesare e Muzio Scevola. Rimandati. Aumenta il pubblico e la sete: si rimedia a quest’ultima nell’attesa di The Juniper Band. Ho una particolare stima per il gruppo Suiteside, pertanto non posso definirmi sorpreso se, a fine serata, sul mio personalissimo taccuino sono risultati i migliori. Forse i suoni non erano perfetti, ma i nostri sono stati abili a fregarsene, viaggiando coerenti nella loro psichedelia inquieta. Dopo questo concerto è aumentata la curiosità per il nuovo album che dovrebbe uscire a fine estate. Attendiamo fiduciosi… Headliner del giovedì Marco Parente, ormai personaggio culto della scena italiana. Qualcuno, non ricordo chi, durante il concerto mi ha detto:”Marco si sta mariposizzando…..e non solo per la presenza di Enrico ed Enzo sul palco”. Si può essere d’accordo: meno cantautorato classico e molte più devianze. In teoria attraenti, ma con l’alto rischio di far calare l’attenzione sulla capacità di scrittura del nostro, in un percorso fra avanguardia ed improvvisazione. Il pubblico è sembrato comunque attento ed ha apprezzato il breve proseguimento acustico dopo il coprifuoco previsto per 00-30. Saluti e baci a tutti: appuntamento al giorno dopo.
30/07/04
Ci si sveglia e si gira un po’. Un salto nella località termale vicino a Guardia, Telese, e ritorno alla zona concerti in attesa del pranzo. I primi a farsi vivi sono Carlo e Luca D’Alessandro (ossia il music boom vizioso: ex calciatore ormai in balia dell’alcool e per questo subito affine alle mie caratteristiche genetiche): ci sbraghiamo sotto un albero, arrivano Aurelio e Andrea e si va al solito ristorante del solito, gentilissimo, ragazzo. Potrei descrivere le varie pietanze (dai peperoni alle scaloppine, passando per una fantasmagorica melanzana alla parmigiana), ma il ricordo più piacevole è sempre il vino bianco. Pomeriggio in tranquillità sotto il fedele albero, con gli Amari che parlano di Mecca Cola e Iacopo dei Fine Before You Came attento nel notare il mio nuovo taglio di capelli. Gira voce sia accaduto qualcosa a Maria Teresa Ruta: non ci saranno conferme, ma il dubbio resta. La sera kronic (quindi io..) mette su i dischi. Vado a provare per sicurezza, sembra funzioni tutto: me lo conferma il music boom vizioso impegnato a montare il loro bel striscione (ok, ragazzi..non ci ho pensato..il prossimo anno lo porto..).
Alle 21-00 siamo davanti al palco: non moltissima gente per gli El Alieno: grezzi, con un presunto passato sonico, sembrano restare in una sorta di limbo: piacevoli, ma manca qualcosa per emergere in un panorama mostruosamente caotico come quello attuale. Fra un gruppo e l’altro (dopo una breve parentesi iniziale) va in scena il kronico dj-set. A pochi interesserà, ma per i curiosi la scaletta andava dai Modest Mouse ai Party Of One, passando per un inedito dell’imminente Pecksniff a momenti più tirati con The Death Of Anna Karina, Black Eyes e Altro. Ad alcuni è piaciuto. Dopo la doverosa parentesi autoreferenziale torniamo alle vere esibizioni. Tocca agli Amari che, con stile e consapevolezza, hanno coinvolto un pubblico in aumento. Indie, hip hop ed elettronica per una contaminata mezzora sculettante e piacevole. Scendono i ragazzi di “Gamera” e salgono i Fine Before You Came . Problemi a non finire, con problemi tecnici che più volte fermano il gruppo. Eppure, nei momenti suonati, l’impatto è stato esaltante. Iacopo, come sempre, ha dato l’anima e qualcosa di più, fregandosene altamente delle nove ore di viaggio (e gli zero minuti di sonno) sulle spalle. Quando l’emo gioca con l’hardcore i FBYC spaccano il culo, seguendo un genere senza perdere in personalità. Poco da aggiungere, se non il consiglio di seguirli il più possibile. A chiudere la (nostra) ultima serata a Guardia il freddo calore sincopato dei Gatto Ciliegia. Qualche problema nei primi brani, ma da “Fly Falling In Love” il live diventa più che discreto. Concerto catartico, per le sensazioni genetiche diffuse dalla band torinese e per la situazione in cui si svolgeva: a tratti si respirava una sincera emozione. Peccato che, pochi minuti dopo il solito coprifuoco, un vigile locale (più attento alle degustazioni che alla musica) sia intervenuto con gratuita maleducazione e poca intelligenza a stoppare il felino (pochi minuti, non due ore..). Un pizzico di rammarico, cancellato dal ricordo dei sorrisi, a mascherare la fatica, di tutti i ragazzi dell’organizzazione.
Purtroppo l’umida pianura padana è severa nel richiamarci, così quella di venerdì è stata l’ultima serata del SDSM 2004 per Kronic. Negli ultimi due giorni, fra gli altri, si sono esibiti Red Worm’s Farm, El~Muniria, Marta Sui Tubi e Tre Allegri Ragazzi Morti. Voci affidabili parlano di due serate splendide, con un picco di mille presenza la domenica. Non ne dubitiamo. Noi diamo appuntamento al prossimo anno. Puntuali.
di Marco Delsoldato (per Kronic)
Live dal Live a Benevento, 29 Luglio 2004
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