Mercati generali
Catania, 14 Ottobre 2005

"Avevo un sogno/eterno un giorno/uscire e salutare/uno ad uno". Col suo dolce giro di piano “La mia rivoluzione” arriva a riempire le pareti dei Mercati Generali di Catania e viene eseguita dalla Marco Parente Band come spartiacque della setlist in programma.
L’interruzione del brano per 30 secondi accompagnata da un profondo silenzio e dall’immobilità dei musicisti e, al contrario, il fragore noise più forte nel finale, segnano i confini di un’interpretazione emozionante.

In questo piovoso ottobre etneo, Parente calpesta il palco catanese per presentare il suo nuovo album, fresco di pubblicazione, Neve Ridens. Disco doppio che vedrà il suo completamento con un secondo ‘atto’ in uscita il prossimo 28 febbraio. E di “Neve Ridens” viene eseguito con fedeltà tutto il corpus; le 8 canzoni complicate, colpiscono il segno con liriche intrise di una polemica mai schietta, ma piuttosto, lasciata tra le righe tramite un circo di allegorie davvero d’effetto. E così ascoltiamo “Wake Up”, “Amore o governo”, “Un tempio” con le orecchie rizzate per poter acciuffare tutti i giochi di voci, le parole sussurrate ed i passaggi di testo che Marco utilizza per chiudere a riccio le sue composizioni.

La band che lo accompagna dietro dimostra di saperci fare. La sezione ritmica basso-batteria, la chitarra elettrica ed un tastierista con la licenza dei fiati, sanno ben tingere di scuro, anzi, di chiaro/scuro la trasposizione live dei pezzi complessi di quel bel concept che è “Neve Ridens”.

Ed è disarmante la facilità dei musicisti nel passare da sonorità jazz a quelle blues, da rock dei più classici a trame che s’avvicinano al noise. Parente con la sua chitarrona acustica ci regala una voce ispirata ed un’inaspettata interpretazione del ruolo: balla, si dimena, percuote il microfono con delle bacchette “a frusta”, scherza col pubblico ed accetta la ‘richiesta’ finale di “W il mondo”. Non cambia il mondo/se non cambia il mio, canta, a mò di gospel, a chiusura di concerto. Chissà se cambierà il suo mondo, Marco Parente, chissà se ci riuscirà. Noi, per il momento, ci accontentiamo della buona, davvero buona musica, che ci ha regalato.

di Riccardo Marra (Il Cibicida, www.ilcibicida.com)
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