Dopo qualche serata trascorsa in studio a Milano a "origliare" quello che sarà il suo terzo disco solista, da pochi giorni finito di mixare, l'occasione per una chiacchierata semi-formale con Marco Parente si presenta a Pontassieve, subito dopo la sua apertura della terza data del Tora! Tora! Festival.
Eccoci qui, finalmente a chiacchierare con Marco Parente...
C'è l'ho anche io questo registratore... metà del disco è nato su questo registratore...
Siamo al Tora! Tora!, dove stasera hai fatto la prima tua apparizione.
Prima prima, visto che ho anche aperto... (ridiamo - ndi)
Allora, che ti sembra dell'aria che si respira qui?
Mah... Io sono qui dalle due del pomeriggio, e quindi ho mangiato con i roadies, con i tecnici...
...ti hanno anche fatto montare il palco?
Questo fortunatamente no, anche perché mi hanno visto subito in faccia e hanno detto "Beh, forse è meglio di no, mangiamo va, che è meglio". (ridiamo - ndi) Devo dire che tutto quello che uno si immagina che possa succedere dietro le quinte di manifestazioni come queste a me è già successo e non ho sempre trovato la stessa atmosfera. Devo dire che confermo un clima amichevole e rilassato, che immediatamente ti fa immettere in un'atmosfera che ben ti predispone a qualsiasi cosa... Ad un certo punto mi sembrava di essere quasi al collegio estivo...
Infatti c'era Giovanni Ferrario dei Micevice che cercava di organizzare una corsa coi sacchi, tipicamente da colonia...
...Esatto! L'ho capito perfettamente, è una sensazione così. Ehi, voglio dire che è tutto vero eh! Ed è una bella verità.
Cosa pensi di questa idea del festival che Manuel Agnelli sta cercando strenuamente di portare avanti da alcuni anni ormai?
Io credo che è molto facile criticarlo, come poi penso sia successo, sia all'interno dell'ambiente, perché bene o male Manuel è un musicista, e sia da parte dell'opinione pubblica in un certo senso, dagli organizzatori, però mi sembra che vinca la guerra... Se anche una tappa può andar peggio o può andar meglio, però lui vince la guerra. Nel senso che è onesto in tutti i sensi, ed è lampante il motivo per cui lui fa questa cosa qua, e trovo superflua ogni fazione piuttosto che un'altra, dove c'è chi dice "Eh sì, però ci vanno tutti questi gruppi in un certo modo e poi...". Ebbè, voglio dire, comunque è un essere umano che decide determinate cose, ma le decide perché sono sue, gli appartengono, le ha messe su lui, e mi sembra che comunque anche in questo riesca ad essere abbastanza, per quanto lo si possa essere, demcratico e obiettivo su un certo tipo di scena. Per cui è stato un lavoro molto ben preparato, molto ben pensato e in maniera onesta, e quindi questa onestà secondo me traspare.
Adesso parliamo di te. Hai appena finito di registrare il tuo terzo disco, a Milano, prodotto artisticamente proprio da Manuel Agnelli. Io ho già avuto modo di ascoltare qualcosa proprio durante le registrazioni ed il missaggio, tu che cosa racconti a chi ha avuto modo per ora di ascoltare solo "lamiarivoluzione", il singolo che è uscito il mese scorso come preludio all'album?
Il disco si chiuderà praticamente domani, con la masterizzazione. Fino a oggi, guardando indietro, riesco semplicemente a ricordare il clima sereno e la buona atmosfera che c'è stata nelle registrazioni e nei missaggi. Quindi un perfetto team, che ha lavorato molto bene insieme, soprattutto perchè ci sono stati dei ruoli ben definiti e ognuno ha lavorato secondo il proprio ruolo, e fino in fondo. E poi varie congiunture che chiaramente rendono più o meno fortunato il clima di un disco, in questo caso le congiunture sono state provvidenziali, sono state buone. Quindi ricordo questo fondamentalmente. Non potrei parlare di canzoni o di progetto musicale. Avrei voluto farlo prima, ma sembra anche divertente farlo a posteriori, cioè fare un diario, ma farlo dal momento in cui un disco è vivo, cioè esiste. Il 13 settembre esiste il disco, ed io dal 13 settembre aggiornerò realmente quello che succede. Perchè il resto è la musica che è sul vinile e sul CD, e i testi sono quella cosa lì. Quindi io lì spero di essere stato il più sincero possibile, quindi di non dover spiegare nulla, poi ognuno tragga le sue conclusioni, nel bene e nel male. Invece, per quel che riguarda quello che è il disco in un momento in cui esce, lo devi far vivere, lo devi mostrare, lo devi dimostrare...
Come dicevi prima, lo avevi detto anche in studio, per la prima volta ti sei trovato in una situazione di relax durante le registrazioni. E' un disco che avevi già pronto nella testa?
Esatto, forse proprio perchè ce l'avevo già pronto nella testa, ma da molto tempo tra l'altro... Ma pronto non vuol dire che c'erano tutti i pezzi o esisteva già il disco. Esisteva un certo tipo di lavoro e iniziava a maturare l'idea di un disco, quindi a quel punto, anche se all'ultimo momento cambiavo le cose, ero consapevole di cosa facevo perchè non era materiale nuovo. O anche se era materiale nuovo sapevo dove e come contestualizzarlo. E' nato già prima musicalmente con tutta una serie di idee, il disco alla fine è il sunto - non vorrei che sembrasse sterile questa cosa - di quelle che sono state tutte le esperienze che ho fatto negli ultimi due anni. Dopo "Testa, dì cuore" che comunque è stato un disco abbandonato, alla fine o sopperisci o reagisci. Io ho reagito, magari non avendo grande visibilità, però non importava, io ne avevo bisogno e quindi ho fatto un sacco di cose e sono arrivato a determinati punti. E volevo che tutte queste che erano idee, che erano idee e di conseguenza anche desideri, fossero sul disco per un atto di giustizia. A discapito di qualsiasi tipo di spontaneità o di presunta voglia di freschezza. Il disco secondo me è freschissimo, proprio perchè comunque io ci sono arrivato soffrendo tanto prima, ma nel momento in cui ho cominciato, stranamente era tutto chiaro ed era chiaro l'approccio che questo disco doveva avere. Io non entro nell'ordine di un gusto estetico e di come se ne parlerà, di cosa si dirà. Rientro a questo punto a priori nelle esigenze che avevo io in quel momento lì. Io dovevo ed ho fatto un disco come dovevo fare, per me.
E questa è la cosa più importante...
E' un disco registrato in un tempo record, da un certo punto di vista, forse anche grazie al fatto che era stato molto pensato prima. Ma questo pensato non dà freddezza alla cosa. Almeno, a me non la dà.
Bene, a questo punto rimandiamo a settembre una chiacchierata dopo l'ascolto del disco.
Ecco, magari sarà più specifica e io sarò ormai anche più distaccato, semplicemente pronto a interpretarlo, però anche a capire che effetto fa anche a me riascoltarlo, magari...
In bocca al lupo...
Viva il lupo!
Volevo chiederti un'altra cosa... Meglio il ristorante sri-lankese o meglio la pizzeria (scoppiamo in una fragorosa risata - ndi)
Beh... Allo sri-lankese è bene andarci quando hai voglia di qualcosa di forte, quando non stai benissimo con lo stomaco forse è meglio andare altrove...
Roberta Accettulli per Rockit
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