Neve
Neve ridens, 2006

Oggi non ho il coraggio di ascoltare
la neve che cade
e tocca terra
e la violenza di un non sparo
come parola che non finisce

non riesco a dormire a pulire la memoria
finire questa frase fino in fondo
in fondo non posso seguire ogni singola
radice per ritrovarmi all'inferno

oggi chi ha il coraggio di attraversare
il futuro freddo che non sa più cosa
dare e avere
e non sono affatto curioso di sapere come va a finire
ma mi basta solo sapere che anche tu
hai freddo
all'inferno

La meraviglia è
La meraviglia è la concentrazione


Già dalla prima scaletta di Neve ridens era chiaro per me che Neve dovesse essere il primo brano del secondo album: per quanto il suo finale citi Wake up ("la meraviglia è la concentrazione") ne è il suo esatto contrario.

Là dove Wake up ti dice di stare attento, concentrato, qui il risveglio è impigrito. Non si riesce nemmeno ad ascoltare la neve che cade che, come si sa, non fa rumore. Si parla di coraggio, di attraversare, ma tutto solo a livello riflessivo, non si tratta di uno stato di rinuncia reale. È come dire, "guarda, oggi non ce la faccio a seguire ogni singola cosa che mi succede, io mi perdo, non ce la faccio".

Non è "rinuncio", ma consapevolezza: guardi le cose in modo diverso, più riflessivo, è un occhio più poetico e meno urlato. Le cose le si guarda, non le si afferma.

È il frutto della collaborazione con il lamierista Dario Buccino, un musicista che vive a Milano e che ha creato un metodo di scrittura preciso per le parti di lamiera. Ho iniziato a pensare ad un brano che fosse adatto all'accostamento, e alla fine ho ne scritto uno nuovo, chitarra e voce, pensando alle lamiere. Lui l'ha ascoltato, ci ha riflettuto e ha scritto il suo arrangiamento.
E si avess'a murì? Che me ne 'mporta, moro cunento!