Già dalla prima scaletta di Neve ridens
era chiaro per me che Neve dovesse essere il primo brano del secondo album:
per quanto il suo finale citi Wake up
("la meraviglia è la concentrazione") ne è il suo esatto contrario.
Là dove Wake up ti dice di stare
attento, concentrato, qui il risveglio è impigrito. Non si
riesce nemmeno ad ascoltare la neve che cade che, come si sa, non fa rumore.
Si parla di coraggio, di attraversare, ma tutto solo a livello riflessivo, non
si tratta di uno stato di rinuncia reale. È come dire, "guarda,
oggi non ce la faccio a seguire ogni singola cosa che mi succede, io mi
perdo, non ce la faccio".
Non è "rinuncio", ma consapevolezza: guardi le
cose in modo diverso, più riflessivo, è un occhio più poetico e meno urlato.
Le cose le si guarda, non le si afferma.
È il frutto della collaborazione con il lamierista Dario Buccino, un
musicista che vive a Milano e che ha creato un metodo di scrittura
preciso per le parti di lamiera. Ho iniziato a pensare ad un
brano che fosse adatto all'accostamento, e alla fine ho ne scritto uno
nuovo, chitarra e voce, pensando alle lamiere. Lui l'ha
ascoltato, ci ha riflettuto e ha scritto il suo arrangiamento.
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