Batterista per i pochi brani che lo richiedevano in Linea Gotica dei C.S.I.,
Parente ha appeso le bacchette al chiodo per imbracciare la chitarra e
mettersi a cantare. Con lui una formazione comprendente due viole, una
tromba, basso e batteria. Eppur non basta
(pubblicato dalla collana di "musica aliena" del Consorzio, al prezzo imposto
di 16000 lire) è un disco
strano quantomeno, a metà strada tra pagine classiche e melodie pop, come
testimoniato da Eri, Oio (in cui Parente duetta con Carmen
Consoli), L'ultima cena, Musica per.
Uno dei debutti, e in generale dei dischi, più fantasiosi ed eccentrici ascoltati da parecchio tempo in qua,
dalle nostre parti. Dai tempi di Alan Sorrenti, verrebbe da dire, all'epoca
etichettato come il Tim Buckley italiano. Ecco, mutatis mutandis, se un
problema c'è, quello è l'eccessiva omogeneità di alcune tracce e del
cantato, dove Parente rischia di restare ostaggio di un Buckley locale. Che,
mannaggia, di nome fa Jeff.
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