Ci siamo lamentati per anni del mancato cambio della guardia generazionale tra i cantautori e ora possiamo tirare il classico sospiro di sollievo. Una nutrita schiera di under 30 ha rimescolato le carte, utilizzando vari stili e approcci all’arte dello scrivere e interpretare una canzone. L’immagine un po’ triste e consunta del "cantautore con chitarra e pochi accordi" va ormai riposta in naftalina, tra vecchi merletti e foto sbiadite. In un ipotetico "parlamentino della canzone d’autore", Marco Parente occupa con Cristina Donà l’area a sinistra dei progressisti. Per lui hanno scomodato Jeff Buckley e il primo Alan Sorrenti (quello di Aria), ma questo disco è ancora più personale e originale del primo. Non si tratta di "musica facile", certo, ma di qualcuno che sposti in avanti la ricerca e la poesia dei suoni c’è veramente bisogno.
Giancarlo Susanna
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