Trasparente come Marco Parente
Marco Parente è una testa pensante, uno che quando decide di andare avanti
per la sua strada, non accetta compromessi di nessuna sorta. Ascoltando Trasparente
il suo nuovo album si evince con maggiore chiarezza questo percorso.
L’artista partenopeo (classe 1969), ma toscano di adozione, ci aveva già
abituati a suoni lisergici ed espressivi di Eppur non basta, suo lavoro
di esordio, dove in un brano, Oio, il nostro duettava anche con Carmen
Consoli.
Poi è arrivata la partecipazione al tributo a Robert Wyatt, e nel 2000 il
secondo lavoro Testa di cuore. Undici episodi come undici storie di passione,
disagio, sentimenti oscuri, intriganti malinconie in un album definito
Rock da camera che somma intuito e ragione.
Da allora sono passati quasi
due anni, che hanno permesso al nostro di provare nuovi percorsi artistici,
e di vedersi un proprio brano cantato da un’artista come Patty Pravo
(il brano è Farfalla Pensante,
contenuto nell’ultimo lavoro della regina del Piper Club).
Oggi Marco Parente è tornato con questo Trasparente
dove si mette veramente a nudo. Trasparente a partire dal libretto del
CD, realizzato con una speciale carta trasparente, fino ai contenuti delle
dieci canzoni. Tematiche realistiche, a tratti sembra di trovarsi in un
romanzo di Pier Paolo Pasolini, tanta è la veridicità delle canzoni..
L’artista non nasconde nulla al proprio pubblico, e speriamo vivamente
che il messaggio venga recepito da maggiori persone. Ad aprire l’album è
il primo singolo La mia rivoluzione (in radio e nei negozi dallo scorso
giugno), che è una sorta di riflessione ad anno di distanza dai drammatici
fatti di Genova, ma visti in un’ottica personale, e non collettiva, intesa
come partecipazione di massa alla rivoluzione. Sulla stessa linea Scolpisciguerra,
dove si mettono in evidenza suoni a tratti acri a tratti melodici, quasi
a voler creare, per dirla con l’antropologo Renato Rosaldo, un nonorder.
Dolce Farfalla Pensante,
che rispetto alla versione di Patty Pravo acquista un’anima più rock.
La produzione di Manuel Agnelli è senza dubbio sorprendente, soprattutto perché è riuscito a trovare un equilibrio
perfetto tra i suoni e la voce di Parente. Tra i dieci brani dell’album
si distinguono anche Come un coltello,
Derivanti e
Adam ha salvato Molly.
Un ottimo lavoro, che si inserisce tra i migliori dischi di rock
italiano dell’anno.
Antonio Ranalli
|