Trasparente
Album, Mescal (2002), MES 672877 2
da Kronic


Un disco sottovoce e intimista. Ma di assordante bellezza

"Un sacchetto pieno di vento che ti soffia in faccia la bellezza": credo sia proprio questa frase tratta proprio da un brano di Marco Parente, la definizione ideale di questo Trasparente.

La bellezza che Trasparente riflette e ti soffia dolcemente in faccia non è però quella bellezza volgare e appariscente dei nostri tempi: no, è una bellezza limpida, quella bellezza commuovente che è anche sinonimo di purezza, che si vede da bambini nel luccichio delle luci di natale o, qualche anno dopo, in qualche ultimo abbraccio perso in una qualche fermata dell`autobus.

Riuscireste ad immaginare un album scritto a quattro mani da Jeff Buckley e David Sylvian, cantato dal primo a arrangiato dal secondo, nella loro vena più intimista? Ecco: se ci riuscite forse avete nella mente un`idea vaga di quello che è questo album. Un album difficile, capace di alternare sperimentazioni e strumenti classici mantenendo però sempre la propria atmosfera intensa ma "sotto voce", con la bellissima voce di Marco a fare da elemento trainante.

Il singolo Lamiarivoluzione, con il suo giro incantato di piano, è un pò lo specchio magico che ci apre le porte dell`album, mentre Scolpisciguerra, unico brano ad avere una qualche apertura "rock", appare come un ultimo momento catartico prima di immergerci nella magia vera e propria. Da qui in avanti è meraviglia pura che passa dallo splendido affresco acustico di Farfalla pensante ai sussurri soavi della dolcissima Come un coltello e le dissonanze sotto voce di W il mondo [radiourlo] o il pianoforte della minimalista Derivanti.

Si resta imprigionati in un mondo senza tempo fatto di sussurri ed emozioni allo stato puro finchè, con Fuck (he)art & let`s dance, Marco decide di svegliarci bruscamente giocando per un paio di minuti a fare il Madasky per sfogare la sua vena più sperimentale. Le sperimentazioni continuano con la bella filastrocca Anima gemella ma tornano a coniugarsi con le atmosfere soavi e incantate dell`album, mentre con Adam a salvato Molly si torna al vecchio pianoforte a cui nel finale si uniscono i fiati, che ritornano anche nella conclusiva Davvero trasparente dandogli un ottimo sapore retrò.

Anche nei testi Parente riesce a confermare il suo grande talento, dando ampio sfoggio della sua vena poetica intimista ed a volte criptica che in questo album sembra raggiungere il proprio apice.

Se è vero quanto affermava Dostoewskji dicendo che "la bellezza salverà il mondo", allora possiamo tirare tutti un sospiro di sollievo: questa volta ci ha pensato Marco Parente a salvarci realizzando uno dei dischi più belli ed emozionanti dell’anno.

Roberto Bonfanti

come un mare che mi attraversa..