Trasparente
Album, Mescal (2002), MES 672877 2
da Tiscali Musica


Nuova piccola-grande uscita di valore per la Mescal, label tra gli altri di Subsonica e Afterhours. E' proprio il frontman di questi ultimi, Manuel Agnelli, a sedere dietro il bando del mixer per produrre il nuovo lavoro di Marco Parente nome ormai più che solido del nuovo cantautorato italiano. Trasparente tiene fede sin dall'inizio alla sua ragione sociale e si rivela da subito un disco privo di ogni sofisticazione supplementare mirando ad un nocciolo emotivo ben identificabile.

L'inizio è sicuramente dei migliori: Lamiarivoluzione (singolo di lancio) tesse perfettamente la voce di Marco ad una melodia di pianoforte che ricorda il magico equilibrio di un brano come Pyramid Song dei Radiohead.

Gli episodi fortunati non si fermano qui: Scolpisciguerra (arrivano le chitarre) o la finale Davvero Trasparente ribadiscono una volta per tutte come il Nostro sia capace di scrivere ottimi brani slegati da tutto o quasi il pesante repertorio di genere italiano.

Volendo cercare qualche "padre putativo" nella scrittura di Parente i nomi che più facilmente escono allo scoperto sono quelli dei già citati Radiohead e del compianto Jeff Buckley ombra forse un po troppo invadente in un brano come Farfalla Pensante. Accanto Manuel Agnelli e lo stesso Parente porta il suo contributo anche Paolo Benvegnù dei mai dimenticati Scisma nella scrittura delle chitarre.

Il filo rosso che unisce i vari episodi del disco è la discussione riguardo la bellezza: una particolare visione del mondo sensibile fondata soprattutto sulla ricerca della semplicità a partire da quella nei rapporti interpersonali.

Una scelta poetica che si rispecchia anche negli arrangiamenti: eleganti ed essenziali allo stesso tempo sospesi tra il calore dei suoni acustici e le suggestioni ambient claustrofobiche di un disco come Amnesiac. Storia a se fa la canzone Fuck [he]Art & Let's Dance nocciolo distorto ed elettronico di un disco costruito su ritmi ben diversi posta nel mezzo della tracklist quasi a scuotere l'ascoltatore dal coinvolgimento lirio del resto dell'album.

An. Gi.

ma non è un sogno... è la mia rivoluzione