Trasparente
Album, Mescal (2002), MES 672877 2
da Radio Clash


Rabbia e senso di impotenza. Ma anche soddisfazione e speranza. Sono queste le sensazioni contrastanti che abbiamo provato quest'anno nell'ascoltare i lavori di musicisti e gruppi italiani che meriterebbero davvero ben altra considerazione e visibilità. Se da un lato infatti è netta la percezione che sarà durissima vedere affermati a grandi livelli molti di questi talenti nazionali, altrettanto forte è la consapevolezza di avere fra le mani materiale di prima qualità che andrebbe solo valorizzato a dovere dai mass-media. Ed è anche interessante poter constatare che tutto ciò si concretizza nell'Italia della macchietta assunta a simbolo nazionale, che vaga senza meta e senza progettualità verso il nulla assoluto. Grazie al cielo in questo piattume generale (fortemente voluto ed imposto, basta vedere a cosa è ridotta oggi la TV) riescono comunque ad emergere artisti veri che vanno decisamente oltre le squallide proposte della nostrana musica leggera.

Marco Parente con il suo nuovo album Trasparente entra a pieno titolo in queste nostre dissertazioni, offrendoci un disco la cui "cifra" artistica è decisamente importante. Un lavoro sicuramente non facile e non perfetto ma di grande impatto emotivo; un disco che suona forte ed intimo, che nella propria "trasparenza" riflette il cuore e la testa del musicista partenopeo.

Prodotto da Manuel Agnelli, Trasparente risulta a livello musicale non facilmente catalogabile (meglio così), anche se volendo si possono trovare riferimenti a Radiohead e Jeff Buckley uniti ad una radice jazz che persiste nell'indubbia e spiccata personalità di Parente.

Le scarne melodie giocate su atmosfere quasi sussurrate (talvolta unite a più ruvide impennate), mettono in risalto le notevoli doti canore di Parente, che riesce così ad esprimere anche il proprio talento di songwriter.

Il primo pezzo, La mia rivoluzione, è una sintesi di tutto il disco. Brano melodicamente intenso ed emotivamente coinvolgente, con attacco di pianoforte e successiva apertura ritmica ridotta all'osso per una song che esprime il concetto di rivoluzione personale (poi ripreso anche in W il Mondo): "non miti non dita ad indicare metodi di vita, sono io e la mia rivoluzione è a colpi di grazie". Con il successivo Scolpisciguerra, uno dei migliori brani di Trasparente, l'incedere è decisamente più rock con le chitarre in evidenza che poi lasciano spazio alla efficace apertura centrale. Segue la tenue e sognante Farfalla Pensante dove la voce di Parente svetta irrangiungibile, poi le atmosfere rarefatte ed oniriche di Come un coltello e le melodie elettro-pop di W il Mondo in cui si riafferma: "ho una gran fretta di cambiare il mondo che non va dove pensavo, senza pensare che non cambia il mondo se non cambia il mio".

Derivanti, Fuck Art & Let's Dance (beat elettronico) e l'ipnotica Anima Gemella spezzano un po' l'atmosfera altamente suggestiva ed emozionale creata nella prima parte del disco.

Il volto a nostro avviso migliore di Trasparente lo ritroviamo con il jazzato di Adam ha salvato Molly, dove Parente al pianoforte e l'assolo di sax nel vivace finale coinvolgono ancora. Il disco termina con Davvero Trasparente nel quale il cerchio dell'introspezione si chiude e si dichiara : "e cosa sto aspettando a vivere così come siamo davvero, senza che sia per forza speciale".

Per noi è una scoperta vera quella di Marco Parente. Un musicista dal bagaglio comunicativo veramente fuori dal comune. Gran bel disco, puro ossigeno per la musica d'autore italiana.

Voto: 7,5

Mauro Zaccuri

ho una gran fretta di cambiare pelle a questa terra