Uscito per i tipi del Consorzio Produttori Indipendenti, mette già in mostra la
scrittura inconsueta e trepidante di Marco, sbilanciata verso una dimensione teatral-onirica
che ammalia e inquieta (L’Ultima Cena, Il Mare Si E’ Fermato),
sulle tracce di un’espressività così nuda e sincera da confondere (Sopra Sopra,
la “cover” di L’Aggio Scritt’a Canzone a firma
De Filippo), anche se certe soluzioni d’arrangiamento pagano dazio al voler
strafare (è ad esempio stucchevole l’insistente presenza degli archi, e talora
accessorio l’utilizzo dei fiati).
Album d’esordio più che dignitoso, comunque, nel quale canzoni smaniose e
accattivanti come Eri, Musica Per e
soprattutto Oio (in duetto con Carmen Consoli)
suonano a distanza di anni come i frutti acerbi di una sensibilità non ancora
a fuoco, inconsapevole di sé. (6,7/10)
Stefano Solventi
Tratto dalla monografia di Marco Parente pubblicata da SentireAscoltare
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