Stanchi della solita minestra? Provate con "Roma'N'Cess"
Interessante operazione che mischia poesia e musica, sebbene non isolata, questa di Pig Maglione.
Ma possiede senz’altro almeno una particolarità che la fa notare nel mucchio: la musica.
Si tratta di brani di artisti del rock “sotterraneo” italiano. E tutti hanno donato per la
raccolta un brano inedito.
Con ordine, però. Di questo disco bisogna distinguere tre aspetti, sebbene strettamente
intrecciati: la produzione, la poesia, la musica.
La produzione. Notevole. Senza dubbio per il giro di personalità coinvolte.
Produce Graziano Staino, talentuoso videomaker già autore di clip per Marco Parente,
Mariposa e Micevice, riprova di un rapporto di lavoro non sterile ma tradottosi in stima.
La vera mente del progetto, almeno per la parte musicale, è quindi il videomaker.
Inoltre, a dispetto delle sole 1000 copie di tiratura (acquistabili su www.fuoriorbita.com),
nel progetto sono coinvolti Riccardo Pangallo ed Enrico Ghezzi, che interviene alla fine del
disco. Insomma, il giro Rai… mica ceci.
Il poeta. Pig Maglione è un misterioso poeta romano (non si sa nulla di lui) già autore del
volumetto “Sei Molto più Bella di quanto Tu Creda”, edito da Gribaudi nella collana “Giovani e
tempo libero”. Non è pubblicità occulta. È una delle chiavi del mistero. Giacché, come
si vede dalla copertina del cd, e come lascia presagire la voce registrata, il Sommo appare
attempato. Ma che ci fa nella collana “Giovani e tempo libero”, allora? Viene il sospetto che
si tratti solamente di un nom de plume, uno pseudonimo, ma proprio di un personaggio che
recita le poesie di qualcun altro. Mah. Sia chi sia, le poesie appaiono notevoli e graziose,
tutte giocate sulla deformazione linguistica con notevole estro, cercando la commistione tra
alto e basso, come già indicano lo pseudonimo Pig Maglione (che nel suo gioco di parole fa
riferimento a Pigmalione, mitico re di Cipro che s’innamorò di una statua femminile scolpita
da egli stesso: Venere lo favorì facendole prendere vita. Altro indizio...) e il titolo
della raccolta “Roma’n’cess” che gioca tra tutti gli evidenti e grevi riferimenti, ma
che occhieggia anche all’inglese “romances”, cioè “storie d’amore”. E di esse si tratta,
in effetti, storie d’amore, per l’umanità vista con simpatia, ma anche una certa dose
di ironia, che pare rimandare a Belli, il poeta dialettale romano dell’800. c’è amarezza,
ma soprattutto amore verso la vita, spirito di libertà, lieve sorriso che trasfigura
situazioni potenzialmente grevi. Notevole.
La musica. Un sacco di bei nomi, tra cui i due transfughi dai 99 posse Meg e Marco Messina.
Non tutti i brani sono allo stesso livello, e del resto il loro compito non è quello di
imporsi, ma di fare da tramite tra una poesia recitata e l’altra. Spiccano comunque
Pineapple Facial Wax, Terje Nordgarden (notevolissimo per l’intreccio di Beatles,
Jeff Buckley, Sting e Alice in Chains acustici), Marco Parente e
Good Morning Boy.
Un bel disco di art rock, in definitiva. Ma impegnativo. Solo per chi vola in alto.
Renzo Stefanel
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