Questo rock sottile ed impegnato accoglie acustica ed elettronica: dolcezze armoniose s'intrecciano a brusche distorsioni, mentre la voce di Marco Parente stride, non si dà pace: i vocalizzi vibrati sono misteriosi e tormentosi.
La testa e il cuore di Marco Parente hanno portata eccezionale. La trasparenza, l'onestà e la coerenza del suo lavoro tracimano ovunque. Eppur non basta!
Ecco il riassunto delle tre fatiche discografiche del cantautore napoletano. Non basta perché se non ci fosse stato Manuel Agnelli e la Mescal non avremmo più sentito parlare di lui.
In Italia funziona così: si spendono milioni (di Euro) per produrre e promuovere materiale di pessima qualità ("fuck art, let's dance!" - prende ironicamente in prestito Marco da Lawrence Ferlinghetti), mentre artisti che confezionano alta pasticceria sonora rischiano di estinguersi o di essere costretti ad emigrare.
Grazie a Manuel Agnelli questa volta non è accaduto. Agnelli però ha anche meriti ulteriori: il suo zampino si sente soprattutto nel tentativo di ottenere arrangiamenti e sonorità che si collochino in qualche luogo immaginario fra "Ok Computer" e "Kid A"/ "Amnesiac" dei Radiohead.
"Trasparente", nell'insieme, è sicuramente il lavoro più sfaccettato di Parente: si alternano brani jazzati, blues, folk e uno straordinario exploit techno (!). Gli arrangiamenti dei brani presi singolarmente, però, premiano la fluidità e l'ascoltabilità rispetto ai pezzi dei precedenti album. In questi ultimi, infatti, ogni brano era imprevedibile preso in se stesso, ma faceva parte di un disegno complessivo omogeneo e coerente. Soltanto due episodi di "Trasparente" rivivono dettagliatamente le origini: "Anima gemella" e "Adam ha salvato Molly"
Questo rock sottile ed impegnato accoglie acustica ed elettronica (in due casi lavorata magistralmente da Fabrizio Brusci): dolcezze armoniose s'intrecciano a brusche distorsioni, mentre la voce di Marco Parente stride, non si dà pace: i vocalizzi vibrati sono misteriosi e tormentosi. Una specie di Jeff Buckley aguzzo ma smorzato.
Viene confermato l'ampio spazio normalmente dedicato ai fiati che ora rendono swing "Adam ha salvato Molly" ora, in "Scolpisciguerra", citano il jazz agli albori del secolo. Sono in prima linea per gli stacchi, duettano con la voce, si distinguono per gli assolo in apertura di alcuni brani, sono spesso presenti ad arricchire la ritmica.
Trasparente è ricco di poesia che rivela realtà molto personali (da cui il titolo), scomode quasi per tutti: "non cambia il mondo se non cambia il mio io", "è il bluff di non esistere scoprire l'assenza di te, che passi senza macchia, ma senza vita", "uscire ed ascoltare uno per uno, dando quel poco di tutto che abbiamo".
Consentiamoci pure di riconoscere a Parente aggettivi migliori di "grande" o "nazionale" perché, se opere come queste fossero giustamente promosse, non avremmo bisogno di cercare la qualità all'estero. Uno dei migliori dischi dell'anno. (28-10-2002)
Francesco Collepardo
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