L'attuale jungla è il nuovo disco di Marco Parente.
Meglio precisare "nuovo" piuttosto che live, in modo da
non rischiare di confonderlo con uno di quegli album dal vivo
che ultimamente fanno sempre più da riempitivo o da "greatest hits".
Nuovo, perché, pur essendo solo uno il brano inedito, tutte le canzoni si presentano
vestite diversamente da quella che era finora la loro divisa ufficiale.
Più che la curiosità di sapere come suona questo o quel pezzo, è interessante
registrare un ulteriore passo avanti di uno dei pochi nostri giovani che
si possa definire artista: Marco Parente è un autore in
crescita, alla ricerca di nuove forme in grado di rinnovare il mondo piuttosto
statico della canzone italiana.
L'attuale jungla conferma che è ormai riduttivo parlare di lui come
di un cantautore: dopo le ultime esperienze teatrali e gli esperimenti compiuti con
l'elettronica, Marco applica lo stesso spirito d'innovazione alle sue canzoni.
Per quanti avessere assistito ai concerti dell'ultimo anno, questo disco può non
rappresentare una novità, ma, se confrontato con i precedenti Trasparente
e Testa, dì cuore, ne risulta evidente una
crescita progressiva.
A determinare questo avanzamento sono soprattutto la Big Band
di Mirko Guerrini, la "Millenium Bugs" Orchestra, e l'ingresso
nella band dei fiati di Enrico Gabrielli, che si sono aggiunti a
quelli già presenti di Mirio Cosottini.
Il suono si è fatto così più vasto, affrancandosi dai riferimenti che
si potevano a malapena intuire nelle precedenti prove in studio: Radiohead,
Caetano Veloso e King Crimson sono portati in cuore ormai come amori di gioventù.
Parente è dedito ad un Inseguimento geniale ed è
perfettamente cosciente del proprio cammino:
la sua è una canzone d'autore d'avanguardia, salda a terra,
"con la testa nelle scarpe", ma con lo sguardo sempre rivolto avanti.
La jungla a cui fa riferimento il titolo è perciò il confuso panorama musicale
attuale, ma anche il mondo sonoro dello stesso Parente, che si muove
in entrambi con personalità sicura e consapevole.
Così i fiati e l'armonica di Come un coltello
tagliano l'aria con parole cariche di bellezza e il canto de
Il mare si è fermato sfiora il
recitato senza mai rischiare la retorica. Allo stesso modo i trattamenti di
Tagliola rendono Fuck (he)art & let's dance
un pezzo ancora più sperimentale, mentre Farfalla pensante
diventa il vero manifesto di Parente per come fa crescere melodia e arrangiamento.
Ovunque le parti strumentali spaziano arrivando dalle parti del free, come
succede con il solo di clarinetto nel finale di Adam ha salvato Molly,
e diventano delle piccole suite a cui l'atmosfera da club comincia a stare stretta.
Tutto contribuisce a dare l'impressione che Parente possa andare ancora oltre:
questo live potrebbe diventare una svolta decisiva, almeno nella sua carriera.
È un augurio, ma anche una necessità.
Christian Verzeletti
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