Parole in libertà e miniature sonore eleganti. Come un quadro di Dalì:
irrazionale, ma emozionante. La seconda parte nel 2006
La prima parte del progetto Neve ridens
di Marco Parente si intitola proprio così, con la parola "ridens" barrata.
La prima metà di un’opera, quindi, che potremo apprezzare nella
sua interezza solo con la pubblicazione del secondo capitolo. Marco definisce queste sue
ultime canzoni "troppo dense" per essere riunite tutte in un unico
cd, e in effetti il mondo poetico e sonoro raccolto in questi 35 minuti di
musica è fatto di immagini così forti ed enigmatiche che necessitano più di
qualche ascolto per essere metabolizzate correttamente. I testi di Parente sono fatti di
parole contrastanti e relazioni improbabili, in cui la logica comune non
è la chiave di lettura giusta per interpretarli: meglio lasciarsi cullare dalla
parola cantata per quello che sa evocare con la sua bellezza.
Come un quadro di Dalì, le immagini di Parente sono tanto nitide quanto
irrazionali, eppure non per questo meno reali e capaci di dare emozione.
Un discorso completamente diverso va fatto invece per quanto riguarda la musica,
che è quanto di più razionale e ben ponderato ci sia. Ogni brano è
una vera miniatura sonora, essenziale nell’insieme e piena zeppa di dettagli raffinati e
distillati con sapienza. Senza dubbio il merito va allo straordinario quartetto di
musicisti che accompagnano Marco in questo disco (un ensemble
piuttosto ristretto rispetto alle scelte passate). Ma qui non
si tratta solo di virtuosismo, perché c’è un gusto per il colore
sonoro dell’insieme che nessuna scuola può insegnare. In questo senso, il gusto
sopraffino di Parente ricorda molto da vicino l’eleganza di Andrea Chimenti,
o la capacità di introspezione di Giancarlo Onorato. I momenti clou dell’album sono
numerosi: dall’enigmatica Wake Up, che apre
il disco, alla splendida Il posto delle fragole, a
Lampi sul petto e l’inquietante
Trilogia del sorriso animale III.
Però, come dicevamo all’inizio, questa mezz’ora di musica è talmente densa che in
realtà non esistono momenti deboli o riempitivi.
"Salta agli occhi questo mondo come un incidente", recita l’incipit de Il posto delle fragole;
allo stesso modo saltano agli occhi queste canzoni di Marco Parente, come
un incidente – ci permettiamo di aggiungere – alquanto fortunato.
Vanna Lovato
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