Batterista dei C.S.I. negli album Ko de Mondo
e Linea Gotica, poi due album da
solista Eppur non basta e
Testa, dì cuore: Marco Parente ha vissuto la
sua esperienza musicale ai margini della visibilità. Adesso dopo tre anni di
quasi totale silenzio (tolte la sua collaborazione con Cristina Donà
e il tributo a Luigi Tenco) e
dopo lo scioglimento del C.P.I. che ne aveva prodotto le sue prime uscite,
il cantautore napoletano si presenta con una "nuova" formazione, Paolo Benvegnù
(ex Scisma) alle chitarre, e con un nuovo lavoro, prodotto dalla
Mescal, che vede Manuel Agnelli nel ruolo di produttore artistico.
Il risultato è molto interessante: uno splendido equilibrio tra suoni e voce
(grazie Manuel!) ci accompagna all’interno di un album capace
di alternare momenti di elevata sperimentazione a momenti molto più classici.
L’atmosfera trasparente ed eterea fa da sfondo all’intero album. Inevitabile l’accostamento
a Jeff Buckley e Radiohead. Che siano le distorsioni delle chitarre di
Paolo Benvegnù o l’arrangiamento elettronico di Lorenzo Brusci il risultato è il
medesimo: il suono leggero, armonico si accosta perfettamente alla delicata
voce dell’artista. Degne di nota il singolo di lancio Lamiarivoluzione,
una riflessione personale sui fatti di Genova, ScolpisciGuerra
la canzone più rock dell’album, la dolce ballata acustica Farfalla Pensante
(interpretata anche da Patty Pravo nel suo ultimo disco),
le toccanti Come un coltello,
W il mondo (Radiourlo) e
Derivanti, ma la vera sorpresa sono
Fuck he art and let’s dance e
Anima Gemella, dove Parente si
diverte a dar sfogo ad una sperimentazione elettronica, che ricorda molto l’opera degli
ultimi Radiohead, e Adam ha salvato Molly
che termina con uno splendido complesso di fiati. Chiude il tutto
Davvero Trasparente che
rappresenta il manifesto tematico dell’intero album. Un lavoro
molto affascinante, sensibile e personale che non può lasciare indifferenti,
un disco sussurrato che colloca Marco Parente nella nuova scena cantautorale italiana.
Claudio Palestini
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