Si chiama Neve ridens
il nuovo disco di Marco Parente ma in realtà, più che ad un
passaggio discografico canonico, corrisponde alla prima fase di un
progetto musicale che verrà portato a termine solo tra qualche mese, con
la pubblicazione di un'ulteriore opera dal medesimo titolo ma inedita nei contenuti. Un esperimento
promozionale che va a braccetto con la creatività prolifica dell’artista,
notoriamente capace di fondere amore per il jazz ed orecchiabilità pop,
compostezza d’autore e sovversione rock.
Nell’opera convergono le ultime istanze di Parente, in particolare la
maturità stilistica raggiunta con il riuscito
Trasparente
e la tendenza alle improvvisazioni "allentate" del disco live con la
Millennium Bugs’ Orchestra: quel
L'attuale jungla che nel 2004 parve quasi un
esperimento estemporaneo ma che ora, col senno di poi e Neve ridens
nelle orecchie, non può che venir riabilitato a passaggio fondamentale
del percorso personale dell’autore.
Nell’ultimo episodio il musicista aggiusta decisamente il tiro, indugiando su
approcci strumentali piuttosto ricchi ma rigorosi ed indagando le sfumature di
una musica sempre più vicina alle libertà espressive del jazz. Una
musica dalla varietà stilistica inebriante che si esalta in climax
vorticosi come Io Aeroporto e
dichiara la propria natura intimista nelle variazioni canore di Un Tempio,
mastica cambi di ritmo inaspettati in Lampi Sul Petto e
trova il tempo per le sottigliezze acustiche di Colpo Di Specchio.
L’altra faccia della medaglia è generalmente un deficit di immediatezza,
giustificato da melodie libere di evolversi seguendo il corso delle musiche
e non soltanto della voce, sostenuto da uno sviluppo stratificato su molteplici
binari espressivi, promosso da accostamenti insoliti di non facile memorizzazione.
Fanno eccezione al tono ampiamente strutturato dell’opera gli arpeggi di pianoforte
ripetuti di Wake Up in cui
si incontra con piacere il Parente di Trasparente ,
i toni pacati di Amore o Governo
e il refrain del singolo Il Posto Delle Fragole, episodi che
sottolineano con la loro caratura, l’ottimo lavoro di un artista decisamente originale.
Fabrizio Zampighi
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