Grinzane Festival
Teatro Politeama - Saluzzo (Cuneo), 4 Ottobre 2002


È durata appena una quarantina di minuti, eppure l'esibizione congiunta di Manuel Agnelli, Cristina Donà e Marco Parente, parte della tra giorni Il canto delle parole, appendice musicale del premio Grinzane Musica (assegnato quest'anno proprio ai tre musicisti, ai Subsonica e a Eugenio Bennato) è apparsa immediatamente come qualcosa di più di una estemporanea alleanza di talenti.

Si è trattato di mettere in comune - come era già accaduto più volte su disco, attraverso reciproci scambi di favori, con Agnelli a ricoprire spesso il ruolo di produttore - umori, attitudini e visioni musicali che ricondurre alla semplice definizione di nuovo rock italiano - e qualsiasi termine equivalente - ci appare un limite ormai tranquillamente valicabile. In uno scenario postindustriale che anticipa una stringata ma ottima prova dei Subsonica (il set, con enormi tubi di plastica, è quello che ha accompagnato le date del tour di Amore Romantico, prossimo alla conclusione), i tre,

che si sono divisi tra chitarre più o meno elettrificate, pianoforte e un minimale kit di percussioni, hanno confermato, di fronte a un pubblico attento, silenzioso in attesa della rumorosa accoglienza - l'età media in sala è piuttosto bassa - riservata a Samuel e soci, il peso specifico di un discorso obliquo e maturo sulla canzone d'autore.

L'inizio è affidato a Parente e alla Donà, che eseguono un brano tratto dal prossimo disco della cantautrice milanese, In fondo al mare. Tocca poi a una vibrante Stelle buone, eseguita in trio, seguita da una rarefatta ed emotiva Lamiarivoluzione, brano che apre l'ultimo album di Parente.

Anche la title track dell'ultimo Afterhours, Quello che non c'è, funziona piuttosto bene in una veste minumale e scarnificata, così come la versione di Tutto fa un po' male. Resta lo spazio per un'altra prova convincente del duo Donà - Parente, Senza voltarsi, straordinario duetto e vero e proprio amalgamarsi di voci come strumento, seguita da un altro brano portante di Trasparente, Farfalla pensante.


Il finale vale l'intera serata. Prima l'immancabile Dentro Marylin, brano più volte collaudato e tuttavia sempre efficace, subito dopo quello che resta, a parere del sottoscritto, il brano migliore nel repertorio della Donà, Goccia: un bolero felpato - straordinario il crescendo di Parente alle spazzole - che si trasforma nella fotografia di un momento di grazia. Va da sé che, qualora i Nostri decidessero di ripetere l'esperienza, magari ampliandone la scaletta, non potremmo che consigliarvi di assistere allo spettacolo. Che è sì, in fondo, la celebrazione di un percorso coerente e appassionato, ma al contempo continua a essere materia viva che non si presta a ingessature, o, peggio, a diventare materiale da accademia.

Live dal Live a Saluzzo, 4 Ottobre 2002

Alessandro Besselva
(da "Il Mucchio Selvaggio" N. 506, 22-28 Ottobre 2002)

Ma noi non abbiamo occhi Che per noi... Al massimo per chi ci siede accanto