Blow up
Dicembre 1999

Testa, dì cuore

Lirico e caldo di luce mediterranea il secondo album di Marco Parente, dopo l'esordio del '97 Eppur non basta, uscito per la collana Taccuini del Consorzio Produttori Indipendenti.

Parente è napoletano ma vive a Firenze dai primi anni '90 da dove ha posto le basi per collaborazioni come quelle in Ko de mondo e Linea Gotica dei C.S.I e in L'albero pazzo di Andrea Chimenti. E questo nuovo lavoro è forte di una sincera ricerca emotiva e di un suono vivissimo, ben prodotto, dove convive la forza di un apparato umano davvero notevole (bella fragranza di viole, bassi, chitarre e un gran lavoro ritmico) con un uso della tecnologia d'eccezione, non banale.

La tensione all'elevazione ricorda i modi di Jeff Buckley, ma va a delinearsi personale il percorso di Parente acceso da uno struggimento e da una visione tipicamente italiana.

Le aperture di giusta mattina di Succhiatori (Pasquale Minieri alla produzione), le girandole armoniche e le sospensioni de Il fascino del perdente, il rapimento melodico di Karma Parente, l'aerea sensualità del duetto con Cristina Donà in Senza voltarsi ci dicono di un artista capace e sincero, che in futuro potrà fare anche meglio.

C. Zingales

chiuso in un bar che è la terra..