si concede all'altro artista, quello di adozione toscana, quando sussurra un brano intensissimo come Il mare s'è fermato o, ancora meglio, quando nel primo bis si scatena sul finale de Il fascino del perdente, nel momento in cui assalta letteralmente la coda del pianoforte e pizzica le corde dello strumento con delle bacchette - scena di per sé inenarrabile, vista la carica con cui Marco ha interpretato il pezzo.
In mezzo a tutto questo c'è stato spazio per composizioni jazz (Every time you said), e divertissement voluti dal pianista: da segnalare, fra questi, Egnacche alla formica ammucchiarona, una poesia di Fosco Maraini musicata col piglio del migliore Capossela. Comunque ciò che il pubblico aspettava più di ogni altra cosa si è concretizzato per ben due volte; mi riferisco al duetto di Senza voltarsi, dove in pratica la coppia raggiunge l'intesa ideale.
Il finale, poi, è stato un tributo a Bregovic e Jobim, quasi a ricordare che i nostri sono bravi anche a riprendere in mano le canzoni degli altri.
Ci sarebbe da dirvi di tutto resto, ma i dettagli sono fin troppi per ottenere una sintesi esauriente. Perciò ci dispiace per chi non c'era, ma il consiglio è di cominciare a pregare affinché si ripeta l'evento...
Faustiko
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