C'è chi è venuto da Vicenza per vedere gli amici duettare su Senza voltarsi, che ha aperto il concerto. Marco, con il volto coperto da un gigantesco occhio, come nella copertina di Eppur non basta, ha accompagnato con la sola chitarra le due voci: un brivido di 4 minuti.
Dopo un inizio che meglio non poteva essere, è rimasto sul palco solo il cantautore fiorentino che ha proposto pochi brani del suo repertorio eseguiti però con una carica unica, c'è questo di bello in un concerto di Marco Parente: per quanti tu ne abbia visti, non sono mai uguali.
Ad aprire le danze c'ha pensato Cuore distillato, seguita a ruota da una versione di Buone prestazioni come sempre trascinantissima. Il culmine dell'esibizione si è avuto con Succhiatori, introdotta da Gionni dall'Orto che, vestito con un'improbabile tunica bianca e occhiali neri, ha improvvisato una sorta di freestyle. GENIALE.
Le ultime due canzoni proposte, I fuochi di fine millennio, con coda dilatatissima, e Falso movimento, non hanno fatto altro che avvallare la tesi che Parente sul palco teme pochi rivali.
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